Nel banner particolari di: Xeroritratto di Bruno Munari; Munari 1966, fotografie di Ada Ardessi, Biennale di Venezia courtesy ISISUF Milano; Munari 1950, fotografia di Federico Patellani; Munari con Macchina Inutile 1956, fotografia di Aldo Ballo
Nel 1948 Munari espone alla Galleria Borromini di Milano la scultura, riprodotta in basso, il cui progetto è così semplice da essere disarmante.
scultura pieghevole, 1948
coll. priv. Parma
Un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.
La novità sta nel gioco dei pieni e dei vuoti, nella semplicità del progetto che utilizza un modulo quadrato ed anche nel fatto che si introducono i tagli.
Chiunque con un foglio di cartoncino colorato ed una forbice può realizzare una scultura così semplice ed allo stesso tempo così complessa, la cui bellezza formale, a distanza di oltre mezzo secolo, non è affatto da archiviare.
scultura,
progetto 1951 replica 1991
Forse conviene partire da questa scultura per capire come Bruno Munari arriva all'ideazione delle sculture da viaggio, oggetti in cartoncino che hanno tra i loro antenati gli origami giapponesi.
Questi ultimi sono però differenti in un aspetto fondamentale: non prevedono il taglio della carta.
Munari invece introduce questa possibilità sia come variante, sia come elemento essenziale.
Le prime sculture da viaggio nascono all'inizio degli anni cinquanta come sculture pieghevoli e di fatto vengono regalate o spedite come biglietti di auguri; successivamente, a partire dal 1958, prendono il nome definitivo di sculture da viaggio.
La prima scultura da viaggio in cartoncino viene regalata nel 1958 come omaggio ai propri clienti dalla valigeria Valaguzza di Milano.
E' un'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità, è un gadget dell'era del marketing e fornisce valore aggiunto, ma è anche una soluzione innovativa nella storia della scultura e della cultura italiana.
Nessuno aveva mai pensato ad una scultura trasportabile, pieghevole, come una sedia, economica e facilmente riproducibile.
La scultura da viaggio nasce con tutte le caratteristiche tipiche dell'era moderna: è low-cost, è pratica, volendo è anche mono-uso, è al servizio del moderno nomade che abita più case o che talvolta abita a diverse latidudini, è democratica by design, è leggera, quando viene esposta non ha bisogno di grandi spazi e può esprimere anche una dimensione culturale privata.
scultura da viaggio multiplo della valigeria Valaguzza
Milano 1958
fotografia di Ada Ardessi
courtesy Isisuf Milano
La scultura si presenta piegata in una busta. Si apre la busta e si estrae la scultura. Appoggiate la scultura su di un piano orizzontale (sui piani inclinati scivola) e prima di spegnere la luce osservate come questa illumina le varie parti sporgenti o rientranti, le parti piene e quelle vuote. Voltatela dall'altra parte, cambia aspetto, i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più "cusa l'è chel rob ki" [cosa è questa roba qua? in dialetto milanese, ndr] e vi addormenterete felici. Buona notte.
[Bruno Munari, Codice ovvio, Einaudi]
Pensiamo ad un viaggiatore moderno. Un viaggiatore giovane di fuori e anche di dentro. Un tipo che appartiene ad una cultura internazionale, non un analfabeta culturale. E siccome una persona non è completa se non cura tutte le parti di se stessa, non solo l'apparenza ma anche la sostanza, ecco che nasce da un certo punto, quasi chiamata dalle esigenze vitali più complesse, la scultura da viaggio.
[Bruno Munari, Codice ovvio, Einaudi]
Sculture da viaggio in cartoncino colorato di varie dimensioni e forme.
Bruno Munari in studio con alcune sculture da viaggio di materiali diversi
Progetto per scultura da viaggio, matita su carta, 1958
Progetto di scultura da viaggio.
La scultura va ritagliata esternamente ed ha due tagli interni a forma di "v" (diritta e capovolta).
Semplice da produrre e da costruire.
Realizzazione della scultura da viaggio in ferro con cerniere.
Questa realizzazione è fissa, non ripiegabile.
Scultura da viaggio, cartoncino piegato
Scultura da viaggio in cartoncino
Questa scultura da viaggio è ottenuta da un unico foglio di alluminio ed è basata su una soluzione davvero innovativa.
Le linee che definiscono le pieghe sono tracciate grazie ad un bagno e all'azione corrosiva di un acido. La scultura si ottiene piegando, con un colpo solo, il foglio, attraverso una azione che sfrutta le linee "indebolite" dal lavoro dell'acido.
scultura da viaggio in cartoncino
scultura da viaggio in cartoncino
multiplo in cartoncino
scultura da viaggio in ottone nichelato
Munari negli anni '90 realizza molte sculture in grandi dimensioni. Alcune di queste opere vengono create utilizzando l'acciaio corten (che si modifica con il tempo e le intemperie) e sono esposte sul lungomare di Napoli e di Cesenatico. Altre hanno trovato una collocazione fissa, come a Portofino, Riva del Garda, Cantù.
progetto di scultura
progetto di scultura
scultura alta 2 metri, collocata nel parco di Portofino
Scultura in acciaio corten in mostra nel 1990 sul lungomare di Napoli
Un'altra scultura in acciaio corten in mostra nel 1990 sul lungomare di Napoli
scultura alta 6 metri collocata a Riva del Garda
Munari in studio con la
scultura pieghevole rossa 1951
lamiera verniciata cm 80 x 200
coll. priv.
scultura pieghevole 1951
lamiera verniciata cm 100 x 150
coll. priv.
scultura pieghevole 1956
cartoncino
Certamente i collezionisti che vogliono spendere bene il loro denaro le vogliono di bronzo, magari il calco di una patata, ma di bronzo.
Io non penso ai collezionisti quando faccio le mie ricerche... ed è perciò che alcune sculture sono presentate addirittura in cartoncino, alcune sono realizzate in metallo o legno, una è di carta velina, leggerissima come un aquilone per i viaggi in aereo...
[Bruno Munari, 1958]
scultura da viaggio in cartoncino
coll. priv. Parigi
Travel sculptures started off as small sculptures (some even pocket size) to carry with you, or so you could take part of your own culture to anonymous hotel room.