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Nel banner particolari di: Xeroritratto di Bruno Munari; Munari 1966, fotografie di Ada Ardessi, Biennale di Venezia courtesy ISISUF Milano; Munari 1950, fotografia di Federico Patellani; Munari con Macchina Inutile 1956, fotografia di Aldo Ballo
 
 
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What's New?
 

B. Munari, cover Linea Grafica luglio - agosto 1954

V. Viganò, Munari et le mouvement, in Aujourd'hui n.4 settembre 1955

Catalogo della mostra personale Bruno Munari. Opere 1930-1988, Villa Laura, Cerneglons (Udine), 1988

E. Parodi Bruno Munari. La casa nella casa Casa Arredamento Giardino n. 33/1973

B. Munari Fotografie col pennello Fotografare n. 8 Febbraio 1942

K. Yamaguchi Buongiorno! Bruno Munari Mizue n. 73 May Tokyo 1965

S. Takiguchi a silhouette of Bruno Munari Graphic Design n.3 Tokyo 1960

Bruno Munari Ricostruzione teoriche di oggetti immaginari, Milano 1956

Bruno Munari in Who’s who in graphic art, Zurigo 1962

Bruno Munari, Sotto vetro, Grazia, 5 novembre 1949

Intervista a Silvana Sperati, 2 gennaio 2022

Bruno Munari, Vienimi a trovare presto, abito alla terza magnolia, Corriere della Sera, 5 febbraio 1980

Bruno Munari, Proiezione diretta e a luce polarizzata, in Rivista Internazionale d'Illuminazione 1961

Carteggio Enrico Baj per la realizzazione di una antologica a Milano da dedicare a Munari (zip file 3 Mb)

Réalités Nouvelles, numéro 5 juin 1951 Paris

Catalogo Le persone che hanno fatto grande Milano: Bruno Munari marzo 1983, Milano

Invito per la mostra Libri Illeggibili, Libreria Salto Milano, 1950

Società Italiana del Linoleum, Applicazioni del linoleum per rivestimenti di mobili e parti, Milano, 1936

B. Munari, Movo Modelli Volanti e Parti Staccate Catalogo Movo 1937

B. Munari, Le possibilità espressive formali e cromatiche sperimentate nella stampa della pellicola cinematografica Ferrania 1966

Depliant personale Galleria Nomen Barcellona 1982

B. Munari, Il cinema di ricerca, Gli oggetti a funzione estetica Firenze, 1969

Madornale apparecchio per ottenere la luce, Humor nel mondo, Milano 1949

Invito alla mostra Xerografie Originali, Galleria Serendipity, Roma 1968

S. Fukuda, Y. Yonekawa, Xerography. Bruno Munari's Originals in Graphic Design n.20 1965

L. Vergine, Arte Cinetica in Italia Conferenza Galleria Nazionale d'Arte Moderna Roma 11 marzo 1973

C. Campanini, Dalle macchine inutili alle sculture da viaggio La Repubblica 9 gennaio 2019

A. Tanchis, Le interviste di AD: Bruno Munari, AD aprile 1982

P. Antonello, Le lezioni americane di Bruno Munari Doppiozero 2018

B. Munari, La scoperta del quadrato, a cura del centro P.R. della Mobili Mim, Roma 1962

Sculture da viaggio di Munari, La Notte 19-20 giugno 1958

B. Munari, Pittura, Humor nel mondo 15 agosto 1949

Intervista a Munari, fondo Rinascente - Università Bocconi, 21 maggio 1981

B. Munari, Fantasia materia prima in Tempo 20-27 febbraio 1941

B. Munari, L'arte è una in Tempo 4-11 marzo 1943

R. Carrieri, Munari si diverte in Tempo 27 marzo - 3 aprile 1948

B. Munari, Supplemento gesticolato al dizionario italiano in La Domenica del Corriere 10 agosto 1958

F. Caroli, Munari: sassi carta e un mondo di meraviglie, in Corriere della Sera 20 luglio 1979

B. Munari, Fermare l'immagine, in Tempo n. 206, Milano, 6–13 maggio 1943

D. Buzzati, Il folletto Munari – Quarant'anni di nuove idee, Corriere della Sera, 22 ottobre 1971

Film Festival organizzato da Pontus Hulten: Proiezioni di Munari al Moderna Museet di Stockholm nel 1958

Depliant della mostra collettiva a Krefeld nel 1984

D. Buzzati, Ha fatto un libro strappando le pagine, in Corriere d'Informazione 10 dicembre 1955

Concavo e Convesso, in Domus ottobre-dicembre 1947

B. Munari, Manifesto dei multipli, Centro operativo Sincron, Brescia, 1968

B. Munari, Manifesto dei multipli, Centro operativo Sincron, Brescia, 1970

B. Munari, Guerra e Pace - Si cammina così - Sentirò la mia voce al telefono, in Humor nel mondo n°1, Giugno 1949

G. Kosice, Las búsquedas experimentales de Munari, in Geocultura de la Europa de hoy Ediciones Losange, Buenos Aires, 1959 (espanol)

B. Munari, Tanti saluti con fantasia, in Stampa Alternativa Roma 1987

R. Carrieri, Munari illusionista degli spazi, in Natura nov-dic 1932

B. Munari, L'Abecedario di Munari, Stile Robinson, Una casa a Fiumetto in Stile n. 30 Giugno 1943 Garzanti Editore

Marylin McCray, Catalogue Electroworks (excerpts), International Museum of Photography & Film, George Eastman House Publisher, Rochester N.Y., 1979

B. Munari, La grafica tridimensionale di Max Huber, in Design n. 4, Bergamo 1975

Bollettino del MAC N.1 - Oggetti Trovati

B. Munari, Belle e Brutte, in L'Automobile - marzo 1967

B. Munari, Surrealismo. E’ un film di Grandi Firme, in Le Grandi Firme - giugno 1938

B. Munari, Diagramma, in Orpheus - dicembre 1932

M. Datini jr., Notizie delle arti, in Le Arti luglio -agosto 1970

B. Munari, Dall'individualismo al collettivismo, in Arte Centro Milano, aprile - giugno 1975

Gruppo Q, Munari. Spazio Abitabile, Stampa Alternativa, Roma, 1999

C. L. Ragghianti, in Catalogo della mostra Ricerche visive, strutture e design di Bruno Munari La Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze, 1962

Bruno Munari, Astratto e concreto, in Catalogo della mostra Arte concreta, 9-24 aprile 1983, Palazzo del Ridotto Cesena, Ed. Industria Litografica SILA, Cesena 1983

M. Perazzi, Questo è il mio segreto, non mi arrabbio mai, in La Domenica del Corriere 26 marzo 1983, n.13 anno 1985

A. Segàla, Bruno Munari, in Epoca 28 novembre 1986, Milano, pp. 88-92

A. Linke, Bruno Munari: le regole del genio, in Frigidaire 1987

A. Nosari, Ansia di velocità, in L'Ala d'Italia 1 ottobre, 1938


 
I film di Munari su YouTube


 

Sono disponibili su YouTube tutti i film di Bruno Munari e Marcello Piccardo realizzati tra il 1962 e il 1972 nell'ambito dello Studio di Cinema di ricerca di Monte Olimpino.

Un ringraziamento per la pubblicazione va ad Andrea, figlio di Marcello Piccardo, che con molta generosità ha reso disponibile tutto il materiale.



   
 
1963 I colori della luce


 

Soggetto di Bruno Munari. Regia di Bruno Munari e Marcello Piccardo

È un film, di Bruno Munari e Marcello Piccardo. Un film di sedici millimetri, della durata di cinque minuti. Per la prima volta, un film intero ripreso a luce polarizzata. La ripresa è stata fatta proiettando i vetrini direttamente in macchina (le immagini e i colori, continuamente mutevoli – programmati su lastrine preparate da Munari – vengono resi visibili da uno schermo di vetro che seziona il raggio di luce diretto in macchina).
Il film è realizzato senza montaggio. Le immagini sono accompagnate da musica, appositamente composta da Luciano Berio. Operatore Edgardo Ronconi.
Frazionati, inseguiti fino all'infinitesimo, nello spazio e nel tempo, le forme e i suoni producono sempre e ancora immagini: minimi, istantanei avvenimenti, che il ritmo trasforma in racconto. La brevissima durata del film ne è piena come un caleidoscopio.
Il film è stato realizzato dallo Studio di Monte Olimpino, a Como, dove si lavora a questi piccoli film sperimentali. È stato prodotto per il Centro Internazionale delle Arti e del Costume, e proiettato per la prima volta a Venezia. Poi a Milano, in ottobre. Poi a Bruxelles, con vivo successo, la sera di Natale, al Terzo Concorso Internazionale di Knokke-Le Zoute. È, questo, il concorso che raccoglie il meglio della produzione mondiale di film sperimentali; e il film vi rappresntava l'Italia, scelto da una giuria di selezione composta da: James Broughton, Jean Cayrol, William Klein, Jan Lenica, Lorena Mazzetti, Norman McLaren, Joergen Roos, Herbert Vesely.

[Domus, n. 412 marzo 1964]

A Knokke questo film vinse il primo premio.




Nel 1953 (circa) facevo delle ricerche sulla luce polarizzata per estrarre i colori puri dalla luce stessa e fare delle composizioni a colori mutevoli. Qualche hanno dopo, con alcuni amici di Monte Olimpino, facemmo un film a 16 mm a colori della durata di circa 10 minuti (film che fu poi presentato al festival del cinema di animazione a Knokke, in Belgio, nel 1964, unico film italiano accettato da una giuria internazionale). Il sonoro di questo film fu fatto da Luciano Berio, che avevo conosciuto alla RAI assieme a Maderna, in quel tempo conobbi anche Cage.
Avevamo fatto sonorizzare da Berio questo film a luce polarizzata perché i colori della luce sono senza "timbro" come i suoni generati elettronicamente. Purezza assoluta dei colori assieme alla purezza dei suoni elettronici.

[Bruno Munari, 1987]



 
1964 Tempo nel tempo


 

Soggetto e regia di Bruno Munari e Marcello Piccardo

Questo film ottenne la medaglia d'oro dalla Triennale di Milano.

Tempo nel tempo anticipa di molti anni la video-art di Bill Viola dilatando un evento della durata di un secondo in tre minuti. Si osservi la tuta dell'acrobata che sul fianco riporta, attraverso una serie di cerchi bianchi di raggio differente, un accenno di struttura ossea, quasi un rimando a certe studi sul movimento del periodo futurista.
Infine è da notare il piedistallo rosso, che nella scena è di fatto un rettangolo, molto frequente nelle composizioni grafiche di Munari.
Realizzato al Vigorelli di Milano, in una assolata giornata d'estate. Grazie alla cinepresa Microscopio temporale del Politecnico di Milano è stato possibile strappare tutta la pellicola di 3 minuti in un solo secondo.





 
1964 Sulle scale mobili


 

Soggetto di Bruno Munari. Regia di Marcello Piccardo

Questo film è stato realizzato per i grandi magazzini La Rinascente di Milano. Il ritmo, quasi ossessivo, delle persone sulle scale mobili ha una cura ed una asciuttezza estetica che rimanda alla poetica di molti capolavori del grande regista Michelangelo Antonioni.





 
1964 Inox


 

Soggetto di Bruno Munari e Marcello Piccardo. Regia di Marcello Piccardo

La versione recentemente ritrovata e ricostruita non ha sonoro. E' uno dei film più astratti, dove si realizzano composizioni con la luce attraverso l'utilizzo di lastre di acciaio inossidabile.






   
 
1964 Moirè


 

Soggetto di Bruno Munari. Regia di Marcello Piccardo

Si tratta di un breve estratto senza sonoro recentemente ritrovato; l'originale ha invece nella colonna sonora musiche del compositore fiorentino Pietro Grossi. Ricorda gli effetti di sovrapposizione e di riverbero prodotti dall'opera Concavo-convesso (1947), un ambiente di luci ed ombre ottenuto per mezzo di un rete metallica; richiama anche il portaritratti Moirè (produzione Danese, 1967), un oggetto di uso comune che diventa a suo modo un'opera d'arte.





 
1965 Scacco matto


 

Soggetto di Bruno Munari. Regia di Marcello Piccardo

Una partita a scacchi, una sperimentazione sui diversi procedimenti di stampa di una pellicola cinematografica.



Munari sulla rivista Ferrania n.2 del febbraio 1966 spiega in questo modo la sperimentazione: "Quando si usa un qualunque mezzo di comunicazione e informazione, in questo caso il cinema, è bene conoscere tutte le possibilità espressive di tale mezzo allo scopo di poterne usare alcune, le più appropriate, per lo scopo che si vuole raggiungere. In altri campi della informazione visiva, nelle arti figurative fino alla fotografia, queste possibilità espressive sono già state sperimentate e non c'è più fotografo, oggi, che non pensi di stampare in modo particolare le proprie fotografie, invece che nel modo banale, convenzionale, per dare all'insieme del suo messaggio quella compiutezza senza la quale il messaggio resterebbe incompleto.[...]
Nel campo della pellicola cinematografica non sono ancora state ssperimentate tutte le possibilità della stampa della pellicola, e la cosa risulta molto interessante anche perché interviene il fattore Tempo a dare una nuova dimensione a questi esperimenti.[...]
La scena base di tutto il film è data da due giocatori di scacchi, immobili per tutto il tempo del film (solo alla fine uno dei due dà scacco matto all'altro).
Questa scena è stata scelta perché l'attenzione dello spettatore sia tenuta tutta sugli effetti e non su azioni dinamiche; ed è stata costruita in modo che ci siano più elementi possibili di controllo delle variazioni degli effetti: la scacchiera bianca e nera, le righe delle persiane, lo sfondo della finestra, il vaso con fiori, il tappeto del tavolo.
E' stata fatta una ripresa di 20 secondi, ripetuta uguale ad ogni effetto. [...]
Comunque sia, ignorare tutte le possibilità del mezzo che si usa equivale a ignorare una parte del vocabolario e usare parole approssimative quando ci sono quelle esatte per trasmettere una informazione voluta.
"


 
1969 After effects


 

Soggetto di Bruno Munari. Collaborazione scientifica di Gaetano Kanizsa

Un film dove Munari chiama a collaborare Gaetano Kanizsa, psicologo, esperto di percezione ed esponente di fama internazionale della psicologia della Gestalt. Si tratta di un film sulle impressioni retiniche, ovvero sui colori che nascono negli occhi degli spettatori. Un film dove solo metà dei colori sono nella pellicola, l'altra metà li vede il pubblico. Una forma semplice riempie lo spazio della visione, un disco sfumato di colore rosso (poi verde, poi giallo, poi blu) su sfondo grigio neutro, con al centro un piccolo disco nero che si trasforma ciclicamente in triangolo e poi quadrato in modo sempre più accelerato per catturare l'attenzione dello spettatore, la forma principale scompare di colpo e lo spettatore continua a vedere un disco colorato di colore complementare che nella pellicola invece non c'è.








































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Last Update: 29 March 2024 09:22:46